Se siete arrivati fin qui, è perché anche voi come me avete sicuramente sentito parlare di “Arduino”, siete curiosi e vorreste capire cos’è e come funziona.
Bene, benvenuti!! Siete capitati nel posto giusto.
In questa mia prima guida su Arduino cercherò di essere il più breve possibile tralasciando molte cose che potrebbero all’inizio rendere difficile la comprensione del testo ai meno esperti che non avendo mai avuto a che fare con elettrotecnica, elettronica, sensori, attuatori ecc… ecc… al solo sentir pronunciare alcuni termini andrebbero in panne.
Sappiate fin dall’inizio che il mondo di Arduino è veramente vasto e man mano che vi ci addentrerete nello stesso potrebbe diventare molto complesso districarsi fra le varie problematiche che vi ritroverete ad affrontare.
Nonostante tutto, non abbiate paura di sbagliare!! Metteteci passione, curiosità, voglia di fare e i risultati non tarderanno ad arrivare.
Le soddisfazioni non mancheranno!!
Ebbene attraverso Arduino anche noi possiamo essere inventori, sarebbe meglio dire “maker”, e provare così a creare qualunque tipo di dispositivo che ci passi per la testa ed entrare in quel mondo che fino a ieri era riservato a pochi eletti.
Cominciamo!!
Fino a ieri chi avesse voluto imparare a programmare, creare un dispositivo elettronico, da sé, avrebbe dovuto dotarsi di strumenti “hardware” e “software” nella maggior parte dei casi costosi oltre che difficili da usare. Al contrario l’hardware di Arduino costa poco, bastano circa dieci euro per cominciare, mentre il software essendo “Open source” viene rilasciato totalmente in modo gratuito ed è quindi accessibile a tutti.
Hardware
Arduino a livello fisico è composto da una schedina elettronica alla quale poi poter collegare tutto quello che fa parte del progetto che abbiamo in mente. Sensori, attuatori, pulsanti, cavetti ecc..ecc… Di queste schedine elettroniche ne esistono diversi modelli più o meno complessi fra di loro e destinate ad usi diversi. Una volta che abbiamo imparato a programmare una delle tante schede elettroniche che fanno parte della famiglia di Arduino il gioco è fatto. Tutte le schede Arduino utilizzano lo stesso linguaggio, software, di programmazione.
Breve introduzione su cos’è arduino e come funziona.
Software
Per dare vita al nostro Arduino e comunicare con lo stesso dobbiamo procurarci prima di tutto il programma ufficiale disponibile “qui”. Attraverso lo stesso potrete poi iniziare a scrivere i vostri programmi da caricare successivamente su Arduino. I programmi che saranno scritti utilizzano un linguaggio di programmazione simile a “C/C++” ma molto più semplice. In breve per scrivere codice adatto ad Arduino bisogna imparare la sua lingua, il modo in cui parla e seguire delle regole ben precise. Una volta imparato il modo con cui comunicare con Arduino tutto diviene più semplice.
Nota: Ci sono anche altri modi di programmare Arduino attraverso alcuni software disponibili e utilizzabili direttamente su internet, alcuni di essi li ho riportati nella sezione “link” del sito, se siete curiosi dategli un’occhiata. Sappiate solo che il linguaggio, il modo in cui scriverete i vostri programmi, non cambia.
Per concludere:
“Arduino non è che una piattaforma composta da una parte Hardware e una parte software che combinate insieme ci permettono di creare qualunque dispositivo elettronico che abbiamo in mente”.
Sul web si possono trovare tante risorse, progetti interessanti, e una grandissima “community” tutta italiana pronta ad aiutarvi nel caso aveste bisogno.
Se ho acceso in voi un po’ di curiosità sul mondo di Arduino e vorreste saperne di più continuate a seguirmi.
Nel frattempo chi ha voglia di approfondire il tutto prima possibile vi rimando alla lettura di qualcosa di più impegnativo come il “Manuale di Arduino di Paolo Aliverti” di cui mia recensione al link appena indicato.
Non esitate a condividere altre risorse che parlano di Arduino, siti web, articoli, tutorial, progetti, collaborazioni, ecc… ecc… sono in benvenuto.
Vedrò di pubblicare quanto da voi segnalato sul sito al fine che tutti gli utenti possano trovare informazioni utili più facilmente.
Se siete appassionati di tecnologia, elettronica, e vi piace mettere mano a fili, interruttori, led, resistenze, sensori ecc.… navigando sul web vi sarete imbattuti e avrete sicuramente sentito parlare di quella piccola schedina elettronica chiamato “Arduino”.
Con Arduino sarete in grado di realizzare progetti incredibili, dispositivi utili e adatti ad ogni esigenza.
Se siete impazienti di metterci mano anche voi, per esprimere il vostro potenziale, dare sfogo alla vostra fantasia, la prima cosa da fare e raccogliere informazioni per capire da dove cominciare.
Niente di meglio allora di un buon libro come “Il manuale di Arduino di Paolo Aliverti”.
Lo stesso non è che una panoramica che si affaccia sul mondo di Arduino partendo da un’introduzione iniziale, la storia della piccola scheda elettronica, a cosa serve, come funziona per spingersi poi più a fondo con accenni alla programmazione avanzata.
L’autore fa un elenco e descrive in modo impeccabile i vari componenti che potrete utilizzare per realizzare i progetti più vari. Si parla di sensori, shield, attuatori, transistor, relè, motori e molto altro con breve descrizione, su come funzionano gli stessi, su come collegarli e su come farli funzionare.
Il testo è scritto molto bene, con un linguaggio chiaro e di facile comprensione per tutti. Sono presenti, Link utili a ulteriori libri da leggere e a risorse online, consigliati dall’autore.
Essendo che il mondo di Arduino è veramente vasto sarebbe impossibile riportare tutto su di un unico libro.
Nonostante questo il testo può sicuramente essere di aiuto a quanti si trovano agli inizi così da avere una buona base di partenza per esercitarsi fin da subito con il realizzare progetti semplici.
Più in là, quando avrete acquisito una buona padronanza della logica di come funziona Arduino, del suo linguaggio di programmazione potrete passare allo sviluppo di progetti più impegnativi e complessi.
Se cercate un libro con esercizi da svolgere, progetti da realizzare vi consiglio di guardare altrove. Nel testo in questione c’è poco a riguardo.
Mi auguro magari che l’autore più in là scriva un testo, raccolga su di un unico volume, diversi esercizi spiegati e da svolgere step to step in modo chiaro ed impeccabile come solo lo stesso sa fare.
Consiglio di affiancare questo testo ad altri, magari dello stesso autore, per riuscire ad avere una visione più ampia possibile ed approfondire i vari concetti di questo immenso mondo che gira intorno ad Arduino.
In breve direi che Il manuale di Arduino di Paolo Aliverti è un ottimo testo di partenza per apprendere i primi rudimenti ed avventurarsi nel mondo di Arduino, della programmazione. Per quanti invece sono già un passo avanti potrebbe rivelarsi molto utile tenere il testo a portata di mano, cosi da tirarlo fuori in caso ci sia il bisogno di riprendere qualche argomento di cui non si è compreso bene qualche concetto.
Se dovessi dare un voto al libro in quetsione direi 9/10, ci fossero stati più esercizitazioni pratiche da svolgere sarebbe stato un 10 pieno.
Prima di lasciarvi vi ricordo che Arduino vanta una grande community alla quale chiedere aiuto al fine di ottenere supporto per la realizzazione di quanto avete in mente.
Non esitate a chiedere!! Siate Curiosi!! Non abbiate paura di imparare!!
Se avete da segnalare qualunque risorsa interessante sull’argomento Arduino, link a risorse web, ulteriori libri, esercitazioni pratiche, progetti e quant’altro, non esitate a farlo. Sarà mia premura inserirli sul sito al fine che possano essere di aiuto ad altri.
Nel mio precedente articolo, “Schemi per impianti elettrici: i simboli Grafici”, accennavo a quelli che sono i simboli o segni grafici attraverso i quali vengono “rappresentati graficamente” i vari dispositivi che andranno poi ad essere inseriti e a fare parte dell’impianto elettrico.
Per dispositivi intendo pulsanti, interruttori, deviatori, invertitori, lampade, prese, ecc… ecc…
Una volta che sappiamo come rappresentare e riconoscere graficamente i vari dispositivi che faranno parte dell’impianto elettrico, ci serve un metodo per capire come collegare fra di loro gli stessi, su come funziona l’impianto e dove verranno posizionati nell’edificio.
Per far questo gli elettricisti e professionisti vari che hanno a che fare con la progettazione, realizzazione e il cablaggio degli impianti elettrici si affidano per la rappresentazione grafica degli impianti elettrici civili o industriali a 4 tipologie di schemi, vale a dire lo “schema funzionale”, lo “schema di installazione”, lo “schema di rappresentazione topografica” e lo “schema del circuito di potenza”.
Lo schema funzionale, detto anche schema di funzione, direi che è quello più utilizzato. Questo in quanto attraverso lo stesso si può capire in modo semplice il funzionamento dell’impianto e dei vari dispositivi che lo compongono. Nello schema funzionale non si tiene conto della reale ubicazione dei vari dispositivi all’interno di un edificio. In breve, leggendo lo schema funzionale, non si riesce a capire dove vanno posizionati i vari dispositivi all’interno di una determinata stanza, ambiente.
Lo schema di installazione viene utilizzato per installare o cablare correttamente i vari dispositivi presenti nell’impianto, in quanto attraverso lo stesso vengono rappresentate dettagliatamente le varie connessioni (punti di collegamento). Lo schema di installazione a differenza dello schema funzionale tiene conto in modo particolare della posizione dei vari dispositivi che essi avranno nell’impianto. Nello stesso vengono anche rappresentate le scatole e le cassette di derivazione che permettono la messa in opera dell’impianto. I conduttori presenti vengono tutti rappresentati attraverso delle linee parallele indicando cosi che essi seguono lo stesso tragitto, che sono vicini ed inseriti nello stesso tubo protettivo e orientati nella stessa direzione.
Nota: gli schemi di funzione e di installazione sono definiti rappresentazioni multifilari, in quanto in essi viene rappresentato, attraverso ogni linea, ogni relativo conduttore.
Lo schema di rappresentazione topografico, detto anche schema planimetrico, a differenza dei primi due appena sopra citati mostra i dispositivi elettrici e non elettrici che faranno parte dell’impianto e dove essi saranno effettivamente collocati. Lo schema di rappresentazione topografico, è una rappresentazione unifilare in quanto attraverso la rappresentazione grafica di una sola linea sono indicati più conduttori. Di solito accanto alla linea vengono riportati attraverso dei numeri e simboli vari delle informazioni aggiuntive che indicano quanti sono i fili della linea, la sezione degli stessi, la tipologia dei conduttori presenti (fase, terra, neutro) se la linea e sospesa o murata, le cassette di derivazione, le scatole porta frutto e altro.
Nota: gli schemi appena sopra indicati sono abbastanza utilizzati nella maggior parte della rappresentazione degli impianti elettrici civili o industriali. Tuttavia per alcune tipologie di impianti più complessi occorre fare riferimento agli schemi di cablaggio forniti dalle rispettive case produttrici.
Nella rappresentazione degli schemi per gli impianti elettrici industriali oltre allo schema funzionale visto in precedenza viene usato molto anche lo “schema del circuito di potenza”. In questa tipologia di schema vengono rappresentati tutti quei dispositivi che di solito si occupano del collegamento o alla disinserzione di un carico come motori di grossa potenza o dispositivi riscaldanti. In questo tipo di schema viene utilizzata la rappresentazione semiraggruppata dove un’unica sigla indica più componenti della stessa apparecchiatura.
Vi ricordo che la rappresentazione grafica degli schemi per gli impianti elettrici, che sia essa effettuata su carta o tramite software appositi al computer, tipo Autocad, va fatta tenendo sempre in considerazione le varie normative di riferimento CEI, CENELEC, IEC.
Gli schemi per gli impianti elettrici che andranno ad essere realizzati dovranno essere chiari e di facile comprensione al fine che chi legga gli stessi possa capire in breve tempo quali dispositivi sono presenti nell’impianto, come funziona, che tensioni elettriche ci sono all’interno dello stesso, dove verranno collocati i vari dispositivi.
Come per il precedente articolo per chi volesse approfondire l’argomento vi consiglio sempre la lettura del libro “Impianti Elettrici Civili con schemario ed esercitazioni pratiche” di “Massimo Barezzi”.
Si tratta di un libro che ha già sulle spalle qualche annetto, ma rimane sempre a mio parere il miglior punto di riferimento per chi vuole addentrarsi nel settore degli impianti elettrici civili e industriali.
Pensi che quanto da me scritto ti sia stato utile? Hai qualche domanda, dubbio, e vorresti approfondire? Non esitare a chiedere, vedrò come aiutarti.
Se hai dei suggerimenti, altri libri o articoli da segnalare fai pure, cercherò di trovare uno spazio per loro nel blog.
A quanti non è mai capitato di ritrovarsi fra le mani un dispositivo elettrico o elettronico e di non sapere cosa fosse?
Questo, soprattutto in quanto alla maggior parte di noi comuni mortali tutte quelle strane sigle, codici presenti sullo stesso ci sembrano indecifrabili, scritte in un’altra lingua.
Non preoccupatevi, continuando a leggere scoprirete cosa si nasconde dietro quelle strane sigle, simboli che oggi vi sembrano così difficili da comprendere e che magari vi mettono in difficoltà.
Tutto è più semplice di quanto vi possa sembrare.
Basta poco per scoprire che il dispositivo che vi ritrovate fra le mani è un interruttore, un pulsante, un semplice relè o altro.
Negli istituti professionali nei quali insegno, dico sempre a miei allievi:
un po’ come accade per l’alfabeto che ci permette, conoscendo le varie lettere, di comporre parole, frasi, che abbiano un senso e possano trasmettere un messaggio, anche per realizzare gli “schemi per gli impianti elettrici” adotteremo lo stesso metodo.
Dobbiamo solo imparare un “alfabeto” diverso, una “lingua” nuova e sconosciuta ai più e le relative “regole” da usare.
Ebbene anche nel mondo degli schemi per gli impianti elettrici ci sono delle regole e un alfabeto a cui fare riferimento, in questo caso le stesse sono dettate dagli “enti normativi” vari (CEI, CENELEC, IEC, ecc…) nazionali e internazionali che si occupano di definire gli standard relativi in materia di elettricità, elettronica e tecnologie ad esse correlate.
Questi enti in comune accordo fra di loro hanno stilato quello che può essere definito un “alfabeto” contenente i simboli grafici e le relative “regole” da utilizzare nella rappresentazione grafica degli schemi per gli impianti elettrici, Civili o Industriali che siano.
In breve: se volete sapere che cos’è il dispositivo che vi ritrovate fra le mani vi basta solamente andare a spulciare l’elenco dei simboli grafici per gli impianti elettrici e leggere di cosa si tratta.
Gli elettricisti più bravi, soprattutto quelli con tanta esperienza, conoscono ormai a mente l’alfabeto dei simboli grafici e le relative regole per gli impianti elettrici civili o industriali. Osservando un simbolo sanno subito identificare e capire di cosa si tratta.
Un elenco dei simboli grafici per gli impianti elettrici civili estratto da un libro che nonostante i suoi anni ritengo tutt’oggi molto valido lo trovate nella sezione download alla voce “Simboli Grafici Impianti Elettrici Civili”.
Per chi volesse approfondire l’argomento vedrò di scrivere nei prossimi giorni qualche altro articolo cosi da accontentare quanti vogliono saperne di più per quel che riguarda un po’ tutto su gli impianti elettrici civili o industriali.
Nel frattempo vi consiglio la lettura del libro “Impianti Elettrici Civili con schemario ed esercitazioni pratiche” di “Massimo Barezzi”. Un punto di riferimento del settore.
Nota: quando si parla di “Simboli” o “Segni” grafici per gli impianti elettrici civili o industriali si parla sempre della medesima cosa.